Simbolo per eccellenza della femminilità, equilibrio perfetto tra romanticismo e sensualità è il pizzo, che quest’anno torna dirompente negli abiti da sposa.
Poco importa se compare soltanto in alcuni dettagli, se lo si trova intarsiato sui veli o se diventa protagonista dell’intero vestito… L’importante che ci sia!
Sapevate che il pizzo fece la sua prima comparsa a Venezia intorno alla seconda metà del Cinquecento? In quel caso si trattò del cosiddetto pizzo realizzato ad ago, creato cioè come un ricamo. Dalla Francia all’Inghilterra, dalla Spagna alla Svizzera il pizzo si diffuse pian pianino nei secoli successivi in tutto il mondo. Tanto sofisticato quanto regale, fu addirittura reso obbligatorio da Napoleone nell’abbigliamento di corte.
Parlando di pizzo, bisogna però, saper distinguere le diverse tipologie in commercio o almeno conoscere le più diffuse.
Si chiama Ajour il ricamo a traforo “a giorno ” appunto, la cui caratteristica è lasciar passare la luce attraverso il tessuto.
Il pizzo Chantilly è invece in seta e quindi leggerissimo, proprio come la panna da cui ne prende il nome.
C’è anche il Macramè che, al contrario, è un pizzo molto pesante e consistente, composto da una serie di nodi e intrecci.
Tra le tipologie più conosciute sicuramente il pizzo Sangallo, varietà di pizzo traforato, in cotone lino o rayon, che ha appunto le sue origini a San Gallo, in Svizzera.
Infine, di origine francese, è il Valenciennes, un merletto leggero e velato, tradizionalmente in lino.
E voi amiche, quale pizzo preferireste indossare per il vostro giorno più bello? 🙂

















